Il racconto dei fatti è un misto tra storia e leggenda.
Ma la misteriosa scomparsa non è una favola, è un fatto realmente avvenuto, narrato in una cronaca del '600 custodita nella biblioteca del castello.
Guendalina Malatesta nasce nel 1370, figlia di Ugolinuccio Malatesta, potente signore di allora. Guendalina è albina e nel medioevo equivale ad essere etichettati come streghe con conseguente morte sul rogo.
Così i genitori, per proteggerla, la nascondono dentro il castello controllata a vista da due guardie del padre. Intanto la madre tenta invano di colorarle i capelli con un intruglio di erbe ottenendo solo il risultato di alcuni riflessi celestini essendo, i capelli degli albini, privi di pigmenti. Da qui il soprannome "Azzurrina". Il 21 giugno del 1375 c'è un temporale e Azzurrina sta giocando con la sua palla di pezza nel castello. La fa rotolare, la getta in aria e la riprende a volo, finché le sfugge dalle mani e scivola via per la ripida discesa, giù per gli scalini che conducono ai locali sotterranei destinati alla conservazione dei cibi.
Azzurrina la insegue. Scende le strette e lunghe scale che conducono alla ghiacciaia. Gli uomini che la sorvegliano non si preoccupano di seguirla, tanto quella è una strada senza uscita. Tutto succede in un attimo: una corsa, un urlo e poi più nulla. Le guardie richiamate dall'urlo, accorrono nel sotterraneo ma della piccola non c'è più nessuna traccia. Nell'angolo in fondo solo la palla. Guendalina è scomparsa nel nulla.
Tutto questo secondo la versione della storia dei testimoni della tragedia, i due soldati addetti alla scorta della bambina.
Al suo rientro al castello, Ugolinuccio Malatesta, in quei giorni impegnato in battaglia contro i Montefeltro, non trova più sua figlia. La storia raccontata dai due armigeri non lo convince. La fa cercare ovunque, tra sotterranei, nei boschi, in paese: Azzurrina non si troverà mai più. Accecato dalla disperazione, condanna a morte i due uomini.
Nasce così la leggenda di Azzurrina, la bimba che da quel lontano 1375 continua ad abitare le stanze del Castello di Montebello. Ancora oggi Azzurrina continua a farsi sentire, nella notte del solstizio d'estate, attirando i visitatori tra le mura del suo castello, oggi proprietà della famiglia dei conti Guidi di Bagno.
Ogni cinque anni, tra le mura del castello, si sentono riecheggiare i suoni di quella notte: i tuoni, il rotolare della palla e il pianto della bambina che invoca il nome della mamma.
In un'eco tra il pianto e il riso la sua voce giunge fino a noi dal 1990 attraverso le prime registrazioni effettuate dalle troupe televisive della Rai e dal Laboratorio interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica di Bologna.
Dal 2000 Daniele Gullà (esperto in parapsicologia) prima con il C.S.P. poi con il laboratorio di ricerca di Biopsicocibernetica di Bologna e nel 2010 con il collega Mattia Mascagni, conduce studi sulle attività insolite ed anomale che si susseguono all'interno del castello.